Nel nostro Paese vivono circa otto milioni e duecentomila giovani tra i 12 e i 25 anni e di questi – si legge nell’incipit del documento conclusivo della Commissione parlamentare ‒ «circa il 10 per cento si dichiara globalmente insoddisfatto delle proprie relazioni sociali, familiari, della propria qualità di vita e, più in generale, non vede prospettive per il futuro». Un disagio, quello provato da tanti giovani e giovanissimi – complice anche la pandemia ‒ che sempre più spesso si accompagna a manifestazioni di dipendenze patologiche, non solo da uso di sostanze ma anche di tipo comportamentale.
Durante l’indagine conoscitiva, la Commissione ha acquisito le osservazioni scritte del Ministro per le pari opportunità e la famiglia, del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, del Garante privacy ed ha audito il Ministro per le politiche giovanili, il Ministro dell’istruzione, il Ministro dell’interno, il Presidente dell’ISTAT, nonché rappresentanti dei servizi pubblici e delle comunità terapeutiche, magistrati ed esperti in materie giuridiche. Hanno inoltre partecipato all’indagine conoscitiva, inviando contributi scritti, la Regione Valle d’Aosta, la Regione Piemonte, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia autonoma di Trento, la Regione Emilia-Romagna, la Regione Toscana, la Regione Molise e la Regione Basilicata.
Fra giovani e giovanissimi è sempre più diffuso il consumo di alcol, tabacco e sostanze stupefacenti e in molti casi i ragazzi non sono neppure consapevoli degli effetti dannosi prodotti da quelle sostanze a livello psico-fisico (cfr. p. 32 ss.). La ministra Dadone ha richiamato i dati sulla diffusione fra i giovani delle nuove sostanze psicoattive (NPS), pericolose per la salute fisica e mentale dei ragazzi e «difficili da identificare anche per le loro caratteristiche velocemente modificabili» (cfr. p. 35) e la Ministra Lamorgese ha osservato come il buon esito degli interventi di contrasto al fenomeno delle dipendenze patologiche dipenda «dalla capacità degli attori di armonizzare le proprie iniziative in una logica di collaborazione interistituzionale» (cfr. p. 40).
Come è stato osservato dalla Dott.ssa Garlatti, Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, la priorità deve essere quella di affrontare il tema del disagio giovanile. L’aumento delle dipendenze patologiche, che vede coinvolti anche preadolescenti, è infatti sintomatico di un malessere che spesso i ragazzi cercano di anestetizzare attraverso l’uso di droghe, «un modo per mettere a tacere il discrimine tra il mondo reale e quello che sentono» (cfr. p. 26).
Altrettanto preoccupante è il diffondersi fra bambini e ragazzi di un uso inadeguato degli strumenti tecnologici e della rete internet, che oltre a creare problemi di dipendenza costituisce già di per sé un fattore di rischio, in quanto l’accesso al web senza controllo espone i minori a diversi pericoli: violazione dei propri dati personali, rischio di adescamento da parte di pedofili, revenge porn, cyberbullismo, istigazione al suicidio. Inoltre la visione di certi contenuti (si pensi ad esempio ad immagini pornografiche o violente) possono recare grave pregiudizio all’equilibrio psicofisico dei minori, come osservato in sede di audizione dal Dott. Sangermano, che ha altresì rilevato come la dipendenza dalla pornografia porti poi allo sviluppo di una sessualità «meramente genitale, scollegata dal valore e dal primato della persona» (cfr. p. 30 ss.).
Costituisce motivo di preoccupazione anche l’interesse dei giovani per il gioco d’azzardo, che spesso dà luogo a dipendenza (cfr. p. 37 ss., p. 52 ss.).
Le motivazioni che spingono i giovani nella direzione di un comportamento patologico – si legge nel documento della Commissione ‒ «dipendono da un complesso processo che coinvolge più fattori» (cfr. p. 31 ss.). I minori più vulnerabili sono senz’altro quelli che hanno già dei disagi psichici o delle patologie: in questi casi si è osservato che il ricorso alle sostanze stupefacenti viene visto come rimedio al proprio malessere, come una sorta di autocura.
Al di fuori dei casi di dipendenza legati a preesistenti disturbi della personalità, giocano un ruolo determinante i fattori familiari ed ambientali, come ha osservato l’avvocato familiarista Daniela Bianchini, componente del Centro Studi Livatino[1]: il rifiuto e la trascuratezza dei genitori, pratiche educative incoerenti, relazioni conflittuali, una eccessiva rigidità, così come la presenza di familiari con disturbi psichici o con problemi di abuso di sostanze stupefacenti o alcol espongono i minori al rischio di sviluppare dipendenze o comportamenti pregiudizievoli per il loro sano ed equilibrato sviluppo. Fra i fattori di rischio a livello di comunità si rilevano le difficoltà di inserimento nel gruppo (es. a scuola), il legame con coetanei già dipendenti o con comportamenti a rischio, l’esposizione alla violenza (ad es. attraverso videogiochi violenti nonché attraverso le immagini veicolate da foto o video, anche scambiati sui social,).
La situazione emersa dall’indagine conoscitiva è certamente preoccupante ed esige il coinvolgimento delle istituzioni, delle famiglie, delle scuole e delle diverse compagini sociali.
I ragazzi con problemi di dipendenza hanno spesso manifestato paura o insicurezza per il futuro e sfiducia negli adulti di riferimento: sono elementi importanti, che devono essere adeguatamente valutati per poter contrastare e prevenire in maniera efficace le diverse dipendenze patologiche. I dati forniti, soprattutto quelli relativi alla diffusione delle sostanze stupefacenti e dei correlati effetti dannosi sullo sviluppo dei minori, devono anche essere elemento di riflessione per respingere i tentativi di legalizzazione degli stupefacenti. La scuola e la famiglia sono fondamentali per prevenire il consumo di droga fra adolescenti e preadolescenti, ma il loro impegno deve essere sostenuto da interventi legislativi e politici coerenti.
[1] Il Centro Studi Livatino si è occupato più volte delle problematiche legate al consumo di alcol, tabacco e sostanze stupefacenti da parte dei giovani e giovanissimi, ritenendo pericoloso – soprattutto per i minori ‒ ogni tentativo di legalizzare la droga. La stessa distinzione fra “droghe leggere” e “droghe pesanti” costituisce un inganno per le persone più fragili perché tutte le droghe producono effetti dannosi a livello psicofisico e creano dipendenza. Per approfondimenti, si veda: D. Bianchini, Perché no alla legalizzazione del traffico di cannabis: a rischio adolescenti e bambini, in https://www.centrostudilivatino.it/perche-no-alla-legalizzazione-del-traffico-di-cannabis-a-rischio-adolescenti-e-bambini/ e in http://bianchinijesurum.it/perche-no-alla-legalizzazione-del-traffico-di-cannabis-a-rischio-adolescenti-e-bambini/; D. Bianchini, Bevande alcoliche: aumenta il consumo fra gli adolescenti, in http://bianchinijesurum.it/bevande-alcoliche-aumenta-il-consumo-fra-gli-adolescenti/ e in https://www.centrostudilivatino.it/bevande-alcoliche-aumenta-il-consumo-fra-gli-adolescenti/; D. Onori, D. Bianchini, Covid 19 e tossicodipendenti: i rischi della quarantena, in https://www.centrostudilivatino.it/covid-19-e-tossicodipendenti-i-rischi-della-quarantena/; D. Onori, Le droghe sintetiche: i nuovi feriti nel corpo e nella mente, in https://www.centrostudilivatino.it/le-droghe-sintetiche-i-nuovi-feriti-nel-corpo-e-nella-mente/; D. Onori, Un modello islandese per arginare le dipendenze fra i più giovani?, in https://www.centrostudilivatino.it/un-modello-islandese-per-arginare-le-dipendenze-fra-i-piu-giovani/; A. Mantovano, Così la cannabis libera rovinerà i ragazzi e farà ricche le mafie, in https://www.centrostudilivatino.it/cosi-la-cannabis-libera-rovinera-i-ragazzi-e-fara-ricche-le-mafie/; A. Mantovano, L’epidemia della cannabis, in https://www.centrostudilivatino.it/lepidemia-della-cannabis/; Intervista di Giacomo Bertoni ad Alfredo Mantovano, Droghe leggere e luoghi comuni, in https://www.centrostudilivatino.it/droghe-leggere-e-luoghi-comuni/. G. Serpelloni, Cannabis light: dalle istituzioni finalmente un segno di buon senso, in https://www.centrostudilivatino.it/cannabis-light-dalle-istituzioni-finalmente-un-segno-di-buon-senso/; G. Serpelloni, Cannabis: chiudete quei negozi, in https://www.centrostudilivatino.it/cannabis-chiudete-quei-negozi/.